Sono ormai passati 57 anni da quando i fascisti subirono la più sonora batosta del secondo dopoguerra, ma questi di nuovo cercano la provocazione in una città Medaglia d’Oro alla Resistenza come Genova. Sanno che in una fase storica come questa, l’espansione del loro campo ideologico è vista con favore, se non come necessità, negli ambienti del potere borghese. Sanno che, protetti da un massiccio cordone di polizia, possono godersi le loro focacce in santa pace, perché lo Stato borghese è loro complice.
I fascisti questa volta hanno fatto le cose in grande. Una vera e propria “Internazionale fascista“, un convegno organizzato da Forza Nuova ma con “ospiti d’onore” provenienti dai migliori ambienti della destra europea. Spicca il nome di Udo Voig, leader storico del Partito nazionaldemocratico di Germania, primo partito neonazista ad essersi guadagnato un seggio all’Europarlamento. Altro ospite, stavolta proveniente dalla Francia, è Yvan Benedetti, leader di un movimento estremista sciolto dal Governo nel 2013 dopo l’uccisione di un diciannovenne antifascista da parte di un gruppo di naziskin. Completano il quadro l’estremista inglese Nick Griffin, ex-leader del Partito Nazionale Britannico, e il romeno Sarmiza Andronic, rappresentate del Partito Romania Unita.
Definiti come “ospiti non graditi” dal sindaco Doria, nessun albergo è stato disposto ad ospitare il loro convegno, addirittura l’unico ad averla concessa ha restituito loro i soldi. Ed ecco che per correre ai ripari hanno dovuto far uso della propria sede nel quartiere Sturla, rinchiudendosi come sempre.
Contro questo scempio si è mobilitata la Genova antifascista, quella che ha nel suo dna le manifestazioni che mandarono per aria i governi alleati con i fascisti.
In questa si contano, oltre al sindaco e alle istituzioni locali, ANPI, metalmeccanici, lavoratori portuali e diverse associazioni cittadine. Ad aprire il corteo un enorme striscione con scritto “Genova non dimentica – Ora e sempre resistenza”. Oltre un migliaio i partecipanti in un corteo davvero imponente. Dalla parte nera, appena una cinquantina di partecipanti in tutto.
Una volta giunti all’ingresso della zona rossa, alcuni partecipanti del corteo hanno voluto proseguire. Non si è fatta aspettare la carica, che non ha prodotto nessun risultato, né feriti né fermi. Il corteo si è poi ricompattato e allontanato senza altri scontri.
Troviamo risibile la convinzione della sinistra istituzionale che il fascismo possa venire combattuto con le bandiere della pace. Una pratica comune anche su suolo emiliano, come quando all’inaugurazione del circolo fascista Terra dei padri a Modena, l’ANPI modenese non ha saputo fare altro se non un presidio sotto la Ghirlandina, con l’unico risultato che i fascisti di giorno in giorno alzano sempre di più la testa.
Di seguito il comunicato rilasciato dal Collettivo Genova City Strike:
Antifascisti tutti i giorni
Qualche decina di topi di fogna, provocatori di professione, stanno tenendo in scacco una città dove l’antifascismo è una tradizione radicata. Nato nella dura lotta contro il nazifascismo nella Resistenza, nelle lotte del luglio 1960 e in tutte le rivendicazioni operaie per salari, diritti e dignità. Questa tradizione ci appartiene e nessuno può portarcela via.
Ogni volta che i lavoratori e gli sfruttati reclamano diritti questo è antifascismo. Per noi è antifascismo lottare contro le privatizzazioni delle partecipate pubbliche, contro la chiusura delle fabbriche, contro voucher, jobs act e altre invenzioni per aumentare lo sfruttamento. E’ lottare per il diritto alla casa in una città dove ti sfrattano mentre ci sono circa 40 mila case sfitte. L’antifascismo si pratica nelle lotte contro le grandi opere che distruggono i territori e fanno salire i profitti di banche, mafiosi e speculatori.
Per noi è antifascismo lottare contro partiti come il PD che sono i rappresentanti di quei padroni e di quei banchieri che non esitano a distruggere tutele e democrazia in nome di interessi economici di un ristretto numero di persone mentre per tutti gli altri ci sono solo tagli, disoccupazione, precarietà e repressioni giudiziarie. Per noi vuol dire lavorare per togliere argomenti e agibilità a una destra che spopola perché le politiche di questi anni sono state al servizio di quei poteri come l’Unione Europea che non esita a distruggere i diritti del popolo greco e di tutti i lavoratori europei, non esita a sostenere governi nazisti come quello ucraino, non esita a foraggiare paesi come l’Arabia Saudita che sono tra i finanziatori del terrorismo islamico. Quella UE che non si vergogna a criticare i muri degli altri mentre distribuisce filo spinato e lascia migliaia di profughi a morire sulle strade gelate.
Per questo oggi siamo in piazza contro i fascisti ma anche contro chi applica queste politiche criminali.
Oggi, essere antifascisti e comunisti vuol dire chiamare i nemici con il loro nome. L’Unione Europea e l’euro, il PD sono tra questi.
Per questo vi invitiamo già da oggi alla manifestazione nazionale di Roma il 25 marzo contro l’Unione Europea, l’euro e la NATO per riconquistare quei diritti che ci vengono sottratti tutti i giorni.